Se Downton Abbey è diventata una delle serie tv più amate dal pubblico di tutto il mondo (3 Golden Globes, 12 Emmy Awards e 6 premi Bafta) raccontando con eleganza, bellezza e ironia la vita, gli amori e le regole ferree che s’intrecciano all’interno di una nobile famiglia, I Crawley, e della loro numerosa servitù sullo sfondo di una splendida dimora edoardiana di inizio Novecento, parte del merito va anche al cibo, ai momenti conviviali, dove ogni minimo dettaglio viene eseguito con cura maniacale.
«Un buon domestico mantiene sempre un contegno fiero e dignitoso che riflette la fierezza e la dignità della famiglia presso la quale presta servizio» proclama l’iconico maggiordomo Charles Carson/ Jim Carter e, di conseguenza, tutti i piatti serviti devono essere all’altezza di questo precetto.
Il fantastico mondo dei Crawley torna finalmente anche sul grande schermo il 24 ottobre e, in contemporanea, pure in libreria con Il ricettario ufficiale di Downton Abbey, curato dalla storica del cibo Annie Gray, con oltre 100 ricette che illustrano i pasti della famiglia e dei domestici, piatti che erano popolari tra il 1912 e il 1926, il periodo storico in cui è ambientata la storia, tra forti cambiamenti sociali conflitti mondiali e, nel microcosmo della tenuta dello Yorkshire, anche personali.
Il libro suddivide le ricette tra la cucina francese più sofisticata, riservata alla nobile famiglia del «piano di sopra», e i piatti della tradizione popolari per «il piatto di sotto», più semplici ma saporiti e creativi.
La vita della casa è rigidamente scandita dai pasti: colazione, pranzo di due o tre portate, l’immancabile momento del tè, poi la cena, che prevedeva un minimo di sei portate, ed eventualmente, a tarda serata, uno spuntino per gli uomini… A quanto pare, che le donne potessero avere fame dopo una certa ora non era assolumente appropriato, però, se sposate, e ovviamente nobili, acquisivano in diritto di poter fare colazione a letto.
Il menu tipico di una serata a Downton Abbey, preparato dalla Signora Patmore e dalla sua aiutante Daisy, poteva comprendere un antipasto, una zuppa delicata, un portata di pesce, un arrosto, una composizione di formaggi e frutta e un dessert. E poi c’erano le cene con ospiti importanti, feste natalizie, pranzi di matrimonio, pic nic, battute di caccia. Una cadenza perfetta di riti e stile, complessa, elegante, che era segno distintivo dell’appartenenza alla nobiltà.
Nella gallery in alto, ci sono quattro ricette tratte dal libro, da riprodurre per sentirsi parte della grande famiglia Crawley:
Il Kedgeree, immancabile a colazione, una ricetta di origine indiana a base di riso, spezie e uova. A Downton Abbey il Kedgeree è talmente buono che, a detta del valletto Ethan, «Il Sig. Levinson (americano) si è servito tre volte. E pensare che ha sempre detto che odia la cucina inglese. Visto, Daisy? Lo hai convertito. Dovresti essere orgogliosa».
Le Madeleine: è un classico dolce della cucina francese, reso celebre da Marcel Proust nella sua Recherche, ma le famiglie nobili, abituate a viaggiare, dovevano conoscerle molto bene. Sono dolcetti ideali per accompagnare i raffinati tè pomeridiani delle signore, ma erano adatti anche a spuntini notturni e spesso riempivano le biscottiere accanto ai letti delle tre sorelle Crawley, Mary, Edith e Sybil. Nell’epoca edoardiana esistevano però anche madeleine inglesi, cotte in stampi differenti, a forma di vasetti per fiori, che venivano poi tagliate a metà, riempite di confettura e glassate.
La Meringata di lamponi: è uno dei dolci serviti con maggior frequenza a Downton. Per esempio, compare al posto della charlotte di mela quando la Sig.ra Patmore si rifiuta di cambiare il menù nella stagione 1. È ideale per la cucina di una casa di campagna perché i vari componenti potevano essere preparati in anticipo e l’impiattamento all’ultimo istante è molto scenografico.
Pollo ripieno con pistacchi: i piatti di carne, complessi e sontuosi, erano il pezzo forte della tavola aristocratica, ma dovevano anche essere facili da porzionare. Il piatto può essere servito caldo o freddo, ma l’originale suggerisce di servirlo freddo con «riso freddo e ben condito».
Era un’ottima soluzione anche durante le battute di caccia, dove le pietanze era presentate fredde con una salsa calda per soddisfare i cacciatori affamati che avevano voglia di un pasto caldo. È un piatto che in può essere guarnito anche facendo ammorbidire 3 fogli di gelatina in acqua fredda per poi scioglierli nella salsa calda da spargere sul pollo, coprendolo completamente, decorandolo infine con pezzetti di pistacchi e magari pure con scaglie di tartufo, formando lo stemma di famiglia.
Vi sembra troppo? No, se ascoltate il parere la protagonista più amata della serie, la contessa madre Lady Violet (Maggie Smith): «Nulla ha più successo dell’eccesso».
Ricette borboniche: che classe!
Foto in alto tratta dal Film Downton Abbey
Cucinofacile.it