È arrivato il periodo estivo, il caldo e la voglia di bibite fresche. Per chi ama le bollicine – e sa che non sempre fanno bene – il tepache è un grande alleato.
Conosciuta come la «bibita degli dei», l’origine del tepache è avvolto nel mistero. Molti sostengono che sia stata inventata dagli aztechi in Messico durante l’epoca preispanica, e che sia stata usata per festeggiare durante alcuni riti sacri, grazie al suo basso grado alcolico.
La parola «tepache» deriva da «tepatli», che significa «bibita di mais» in náhuatl, lingua aborigena centramericana. Altri invece dicono che siano stati i mayas ad inventarla, e che la parola «tepatzi», nella lingua opata, significa «luogo delle donne belle».
Dopo la conquista dell’America, il mais nella preparazione del tepache è stato sostituto per altri frutti, principalmente l’ananas.
Il Tepache è una bibita fermentata naturalmente; con il tempo, lo zucchero naturale presente nella buccia dell’ananas si trasforma in etanolo e anidride carbonica, creando sapore, aroma ed effervescenza molto particolari.
Come se non bastasse, il tepache fa anche bene all’organismo. Ottimo per la digestione, per l’eliminazione di ritenzione di liquidi e antiossidante. Contiene probiotici naturali che aiutano alla flora intestinale. Ha anche fibra e vitamina A, C, B, magnesio, calcio e ferro.
Molto simile alla ginger beer, il grado alcolico del tepache è di massimo 1,5%. Ma attenzione: se non si rispettano i tempi di fermentazione (che dipende fondamentalmente dalla temperatura), si rischio di esagerare con l’acidità e produrre aceto.
LA RICETTA PER FARE IL TEPACHE A CASA
La ricetta per fare il tepache in casa è molto semplice ed è stata condivisa persino dal sito ufficiale del governo del Messico, il Paese che si attribuisce l’invenzione.
In un contenitore di vetro, si lasciano le bucce di un ananas grande e ben maturo con circa 2 litri di acqua minerale e un cucchiaio di zucchero di canna. Le bucce devono essere pulite ma intere perché è lì che sono presenti i microorganismi che attivano la fermentazione. Si può aggiungere, facoltativamente, qualche pezzo di polpa, e in questo si riduce la quantità di zucchero. Chi ama i sapori speziati può aggiungere un pezzo di stecca di canela o chiodi di garofano.
Il contenitore si copre con un pezzo di tessuto per lasciare che entri l’aria ma non la polvere e si lascia in un luogo riparato. Dopo un giorno, potete togliere la schiuma che si formerà in superficie. Assaggiate la bibita finché trovate il punto di sapore che più vi piace. Dopo due giorni, potete travasare e conservare in frigorifero (per massimo 2-3 giorni). ¡Y qué viva México lindo!
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