I supermercati, anche in questo periodo di quarantena forzata, sono stracolmi di uova di Pasqua industriali o artigianali. Ma volete mettere la soddisfazione di farsi, in casa, il proprio uovo? Nella Gallery la spiegazione di come prepararsi da soli il proprio dolce pasquale. Qui invece cominciamo con qualche accenno di storia.
L’uovo simbolo di primavera
Le uova da sempre rivestono il ruolo di simbolo di fecondità. Per i Cristiani rappresentano la Resurrezione, per i Pagani la fertilità. Per i popoli antichi – greci, persiani, cinesi – era consuetudine scambiarsi uova nelle feste primaverili, quando il mondo della natura si risveglia; gli egiziani ci vedevano rappresentati i quattro elementi, gli israeliti le regalavano per i compleanni. L’uso di colorare le uova per poi regalarle risale agli antichi romani, che amavano anche sotterrarle nei campi come rito propiziatorio mentre i germanici le donavano ai bambini. Nel Medioevo era un dono tra innamorati ma anche un trofeo nei tornei cavallereschi. Oggi in Inghilterra i più piccoli vanno nei giardini a cercare le uova nascoste dal coniglietto pasquale; mentre in Francia credono che vengano lasciate nei giardini dalle campane, volate fino a Roma a prenderle. Nei paesi della Scandinavia ci si gioca, facendole rotolare da una discesa.
Le uova colorate
La leggenda cristiana narra di Maria Maddalena che una volta trovato vuoto il sepolcro di Gesù diede la notizia ai discepoli; fu Pietro questa volta a rimanere incredulo, sfidando la Maddalena: ci avrebbe creduto solo se le uova in un cesto fossero diventate tutte rosse. E così accadde. Nel XIV secolo Edoardo I d’Inghilterra fece scrivere a bilancio la spesa per 450 uova da rivestire con una foglia d’oro per donarle come regalo di Pasqua a dignitari e amici. Oggi si può scegliere di colorare le uova sode per poi mangiarle, oppure forarle per svuotarle e decorare il guscio vuoto. Ogni Paese ha i suoi costumi: in Germania e Austria il Giovedì Santo si regalano uova verdi, in Grecia ci si scambia quelle colorate di rosso mentre in Armenia si dipingono con scene della Passione o con l’immagine di Gesù o della Madonna, mentre nei Paesi dell’Europa orientale si preferiscono motivi geometrici bicolore. Famose le uova di Peter Carl Fabergé, orafo degli zar Romanov che nel 1887 su ordine di Alessandro III le adornò con smalti, platino, pietre preziose e un gioiello all’interno come sorpresa.
L’uovo di cioccolato
Le leggende attribuiscono al Re Sole, nel 1700, l’idea della realizzazione del primo uovo di cioccolato, altri dicono che l’usanza arrivi dalle Americhe. La storia documenta lo scambio tra Germania e Francia, con uova piene di cioccolato. La prima tavoletta venne prodotta nel 1819 a Vevey, in Svizzera, ma bisogna aspettare il 1828, grazie alla pressa idraulica dell’olandese Coinraad van Houte, perché il cioccolato assumesse una consistenza tale da poter avere la forma dell’uovo. L’avvio della produzione in serie di uova di cioccolata è datato 1875, sette anni dopo la produzione dei cioccolatini.
È possibile farlo in casa?
Sì, a patto di avere già pronti i “ferri del mestiere” ed impratichirsi con alcune regole di base. Serve assolutamente un termometro da cucina: il cioccolato da usare per fare un uovo deve fondere a una temperatura precisa, differente se si usa quello fondente o al latte; la regola da seguire è quella del temperaggio, il procedimento che consente di portare il cioccolato al giusto grado di cristallizzazione per avere uova lucide e senza buchi. Servono poi gli stampi per modellare le due metà che verranno unite intorno alla sorpresa, ma si possono usare dei trucchi (li troverete nella Gallery) per non usare gli stampi. E poi c’è la decorazione, che servirà a creare il vostro personalissimo uovo di Pasqua. Per vedere come realizzare in casa le uova di cioccolato andate nella Gallery.
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